Coronavirus in Italia, il bollettino del 7 novembre. Aumentano i casi nel nostro Paese.
ROMA – Coronavirus in Italia, il bollettino del 7 novembre. Ritorna a salire la curva nel nostro Paese. Sono 39.811 i nuovi casi nelle ultime 24 ore, a fronte di oltre 231mila tamponi. Un incremento di 2mila positivi rispetto al giorno precedente (crescita inferiore rispetto a venerdì), ma a preoccupare è il numero inferiore dei tamponi (31.673 in un giorno). Questo ha portato il tasso di positività a toccare il 17,1%.
Torna a scendere il numero dei decessi: 425 nelle ultime 24 ore. Per quanto riguarda la pressione sui servizi sanitari, i numeri sono in aumento. Rispetto al giorno precedente diminuisce la crescita delle terapie intensiva (+119), aumenta quella dei ricoveri ordinari (+1.104).
Coronavirus, in Lombardia oltre 10mila nuovi casi
La crescita dei nuovi casi sembra essere strettamente legata alla Lombardia (+11.489). Un nuovo record nella regione più colpita da questa seconda ondata. L’altro picco è stato registrato in Veneto (+3.815). Nelle altre zone, invece, la crescita è stata molto simile ai giorni precedenti.
Un plateau che sembra essere raggiunto dalla maggior parte delle regioni. A preoccupare resta la Lombardia, con la speranza di vedere gli effetti delle misure sin dai primi giorni della prossima settimana. I primi segnali erano arrivati nei giorni scorsi, ma nelle ultime ore la curva sembra essere tornata a correre.
Conte: “Senza queste misure si va verso il lockdown generalizzato”
Il premier Conte ha fatto il punto dell’emergenza ai microfoni del Corriere della Sera: “Sono sei mesi che l’ISS sta sperimentando, insieme alle Regioni, questo meccanismo di monitoraggio. Le Regioni lo alimentano con i dati inviati periodicamente e ne certificano i risultati attraverso i loro rappresentanti che fanno parte della cabina di regia. Nessuno ha mai messo in discussione, prima di adesso, questo meccanismo e rifiutarlo significa portare il Paese verso un nuovo lockdown generalizzato. I cittadini della Lombardia, del Piemonte, della Valle d’Aosta e della Calabria non ne trarrebbero nessun beneficio. Senza contare l’ingiustizia di imporre lo stesso regime di misure che stiamo applicando alle Regioni rosse anche a cittadini che vivono in territori in condizioni meno critiche